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Il papa . . .perchè? Momento favorevole . . .

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"Ecco ora è il momento favorevole" (2Cor 6, 2) Queste parole di S. Paolo, con le quali si apre ogni anno la quaresima, sapevamo già che avrebbero assunto un significato tutto particolare in questo anno della fede. Non avremmo mai pensato, però, che con esse avremmo dovuto meditare e riflettere, all’inizio della quaresima, anche sulla decisione del papa di rimettere nelle mani della Chiesa il suo ministero di Vescovo di Roma e di capo della Chiesa. Il gesto ha colto tutti di sorpresa. Le parole di spiegazione sono state chiare: Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino. … Nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato. Come era prevedibile, la decisione del Papa è passata al vaglio dei media, che influenzano l’opinione pubblica, e si sono accavallati così ridda delle ipotesi, sospetti di manovre oscure, dubbi sulle trame dei sacri palazzi, lotta di potere tra cardinali ecc..
Ultimo aggiornamento Lunedì 18 Febbraio 2013 09:38
 

Fate Frutti Degni di Penitenza

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E’ con queste parole del Battista (Mt 3, 8) che ogni anno si annuncia nella Chiesa la Quaresima. Se l’individuazione del posto lungo il fiume Giordano, dove Giovanni predicava e Gesù ha ricevuto il battesimo, è quello che viene mostrato oggiAggiungi un appuntamento per oggi ai pellegrini in Terra Santa, allora si intuisce molto bene la potenza espressiva delle parole di Giovanni e le ripercussioni travolgenti che avevano nell’animo degli ascoltatori.

Il luogo non è pianeggiante, ma scosceso con piccoli rialzi e avvallamenti del terreno sabbioso, arido e senza vegetazione, di un colore bianco che colpisce la vista, con il vento che alza la sabbia e rende ancora più arida l’immagine che si ha nell’insieme.

Ultimo aggiornamento Domenica 10 Febbraio 2013 23:02
 

"Missionarietà e Solidarietà" al Mazzini di Locri

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L’auditorium del “Mazzini” di Locri affollato da tanti giovani, ha ospitato alcuni giorni fa il convegno “Missionarietà e solidarietà” organizzato in collaborazione con il Circolo della Locride – Associazione ONLUS - “Medici in Africa”.

Hanno preso parte all’importante incontro, condotto dal prof. Ugo Mollica, il DS prof. Giuseppe Antonio Loprete; il vicario della diocesi di Locri- Gerace Mons. Cornelio Femia, in rappresentanza del Vescovo; il Dott. Giuseppe Zampogna, vice presidente Ordine dei Medici; il Prof Carmelo Catalano, presidente del comitato d’ onore dell’Associazione Medici in Africa, il dott. Giuseppe Grenci e Giuseppe Carnuccio soci del Circolo missionario.

Ultimo aggiornamento Giovedì 24 Gennaio 2013 23:52
 

S.S. Nome di Gesù

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Prima del Concilio Vaticano II la Chiesa al 2 gennaio celebrava la festa del santissimo nome di Gesù. La riforma liturgica postconciliare la soppresse, e a mio giudizio non fece bene, tanto è vero che da qualche anno la celebrazione è ritornata ed è stata fissata al 3 gennaio. Con questa celebrazione ogni anno si ha l’occasione di fermarsi su di un tema, quello del Salvatore e della salvezza, che, pur se trattato nella celebrazione della solennità del Natale, ha bisogno di una attenzione tutta particolare. Infatti, ogni qualvolta viene pronunziato il santissimo nome di Gesù noi dobbiamo ricordarci che solo lui ci salva e solo in lui noi dobbiamo riporre la nostra speranza.

Proviamo a rileggere quanto la Scrittura ci dice su questo nome. Nel vangelo di S. Luca, al momento dell’annunciazione, l’Angelo dice a Maria: Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù (Lc 1,31). Nel racconto della circoncisione l’evangelista annota: Quando furono passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima di essere concepito nel grembo della madre (Lc 2, 21).

Ultimo aggiornamento Domenica 30 Dicembre 2012 16:53
 

I segni di Dio e la fede

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S. Giovanni, riferendoci il miracolo operato da Gesù alle nozze di Cana, annota: Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui (Gv 2, 11).

Raccontando questo miracolo compiuto da Gesù all’inizio della sua missione, S. Giovanni si mette in linea con la tradizione per cui ogni profeta doveva dimostrare l’autenticità della sua missione, compiendo prodigi in nome di Dio. In questa ottica anche il Messia avrebbe dovuto dimostrare la verità della sua identità con dei segni particolari. Ecco perché l’evangelista annota: Manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui. Nell’episodio della purificazione del tempio (Gv 2, 13-22), quando Gesù scacciò fuori tutti i venditori (grande gesto profetico!), i Giudei gli chiedono: Quale segno ci mostri per fare queste cose?

Allora è chiaro che nei Vangeli il segno, o il miracolo, ha il compito di rivelare Dio e autentificare l’azione di un profeta perché l’uomo creda.

Se rileggiamo i Vangeli alla luce di questa affermazione, ci accorgiamo che gli elementi evidenziati li ritroviamo nel racconto dei miracoli operati da Gesù. S. Giovanni scrive a proposito di essi: Molti, vedendo i segni che faceva, credettero nel suo nome (Gv 2, 24). Nella preghiera rivolta al Padre prima di operare il miracolo della risurrezione di Lazzaro, Gesù afferma di compierlo perché credano che tu mi hai mandato (Gv 11, 42). Il funzionario regio, dopo aver ottenuto la guarigione del figlio, credette lui con tutta la sua famiglia (Gv 3, 53). Nella polemica contro i capi e i farisei, che spesso gli chiedono segni per metterlo alla prova (Mc 8, 11), Gesù afferma che sono le opere che il Padre gli concede di compiere a rendere testimonianza per lui (Gv 5, 36). Ai Giudei che lo sollecitano a rivelare loro l’origine della sua missione, precisa: Le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste mi danno testimonianza; ma voi non credete (Gv 10, 25). E ancora: Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere (Gv 10, 37-38).

Ultimo aggiornamento Mercoledì 23 Gennaio 2013 23:25
 

Scendere o salire in politica?

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Monti dice:"Ho deciso di salire in politica: sono con gli italiani che vogliono il cambiamento".Con ciò intende dire che la politica non deve essere quella fogna così come l'intende il Berlusconismo e che è diventata lo strumento per ruberie, malversazione,concussione, corruzione, rissa e chi più ne ha più ne metta. Ma la politica deve essere qualcosa di alto, fatta di pacatezza, di confronto civile, di competenza, di solidarietà, di educazione, di ricerca del bene comune.
Ultimo aggiornamento Sabato 29 Dicembre 2012 12:14
 


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