Giovanni (Gv 1, 1-14) non ci racconta la nascita di Gesù come fa Luca (Lc 2, 1-20), che si sofferma sul racconto del fatto con molti particolari: sul tempo (censimento ordinato da Cesare Augusto), sul luogo (Betlemme e la grotta), sui protagonisti (Maria, Giuseppe e i pastori), sui segni che accompagnano l’avvenimento (angelo che annunzia ai pastori e angeli che cantano la gloria del Signore). Egli parla del mistero della parola e della sapienza di Dio, conosciute già nell’Antico Testamento, come di una Persona sussistente ed eterna che sta accanto al Padre, che si fa carne, cioè assume la condizione di debolezza e di mortalità dell’uomo. Giovanni, quindi, fa riferimento al mistero del Natale, cercando di coglierne il profondo significato teologico e di rivelarlo a noi.