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BENVENUTI NEL MIO SITO

GRAZIE NELSON !

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Grazie Nelson, per la tua simpatia, per il tuo sorriso, per la tua bontà, grazie Nelson per la tua sofferenza, per il tuo impegno politico, per la tua perseveranza. Grazie Nelson per il tuo coraggio, per il tuo grande cuore. Grazie Nelson per il modello che rappresenti per tutti noi, per la lezione efficace e vivente che dai a tutti noi: Non l'odio, non il rancore, non la violenza vincono ma il sorriso, la benevolenza, il vero impegno, la perseveranza . Grazie grazie grazie, Possa tu godere di pace e felicità eterna.Nelson Mandela.

Ultimo aggiornamento Venerdì 06 Dicembre 2013 14:25
 

San Rocco e Gioiosa Ionica

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Una frase che ho usato molto in questo periodo, forse troppe volte, ai limiti della noiosa ripetitività: “basta Cristiani part-time!!!”.
Chissà se Papa Francesco, quando l’ha lanciata in un tweet qualche settimana fa, sapeva che, a discapito della modernizzazione informatica della comunicazione della Santa Sede, è un monito che pesa (o dovrebbe pesare) su quanti spesso, troppo spesso, mettono a repentaglio tradizioni religiose con false teatralità e vistose ipocrisie. Quello che fa più rabbia però è proprio la mancanza di coerenza di migliaia di persone (come localmente forse anche universalmente nel mondo) che si ricordano della Chiesa quando c’è una festa patronale, quando c’è da applaudire una statua lignea che entra ed esce da un edificio e non si ricordano di genuflettersi di fronte al Santissimo e stare in silenzio (vedi spiaggia di Copacabana). 
Il “non abbiamo bisogno di cristiani part-time” risuona nel vuoto cosmico di chi non sa nemmeno cosa sia la Chiesa (in quanto organismo) e ci entra una volta l’anno (in quanto edificio sacro, forse due o tre se contiamo Natale e Pasqua, forse).

Ultimo aggiornamento Domenica 01 Settembre 2013 22:08
 

Francesco Vai e Ripara la Mia Casa!

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Un segnale di fumo! Nell’era di internet, delle televisioni interattive, dei tablet, delle comunicazioni in tempo reale che azzerano le distanze, ecco che una delle decisioni più importanti per il futuro del mondo è arrivata da un semplice segnale fatto col fumo bianco. Nell’epoca dove si vuole sapere tutto di tutti e subito, immediatamente, nei minimi particolari e senza attendere, ecco che un “fuori tutti” ha fatto attendere il mondo. Tutti si sono dovuti fermare, hanno dovuto aspettare, anche gli uomini più potenti del mondo, o presunti tali, hanno dovuto attendere da fuori, senza sapere nulla se non alla fine, nello stesso momento, insieme a tutti gli altri. Migliaia, milioni, forse più di un miliardo, col naso all’insù o davanti a un teleschermo a guardare, trepidanti, un comignolo. L’accostamento tra segno e significato, da secoli, è semplice: nero vuol dire no!; bianco vuol dire sì!. C’è chi dice che la terza volta è quella buona, il numero tre considerato come numero perfetto: per Pitagora la simbiosi tra il numero dispari (1) e il numero pari (2); per i cinesi il numero della totalità cosmica: cielo, terra, uomo; per il Cristianesimo la Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo. E la terza volta, quella buona, dopo due fumate nere e quattro scrutini, arriva alle 19:06 del 13 marzo 2013.

Ultimo aggiornamento Venerdì 07 Giugno 2013 14:58
 

Benedette . . .divergenze

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Rieleggere Napolitano è stato un capolavoro politico oltre che saggio anche intelligente. Un punto di debolezza della nostra Repubblica si è trasformato in un punto di maggiore forza.
Se Napolitano Primo non aveva in mano l'arma che, prima che inizi il semestre bianco, ogni Presidente della repubblica ha e cioè la possibilità di sciogliere le camere, in verità Napolitano II quell'arma ce l'ha. In più, ha un'altra arma: le dimissioni. Con sette anni di presidenza alle spalle e per la venerabile età, niente di più facile che, nel momento in cui la politica continuasse con i propri infantilismi e le liti eterne, alla faccia del popolo italiano, decidesse di dimettersi. Credo che l'arma puntata alla sinistra non sia la stessa arma puntata alla destra. Mi spiego meglio, le dimissioni del Presidente non credo che siano temute dal PD in quanto esso, questa volta, potrebbe trovare un accordo con il movimento Cinque Stelle, per l'elezione del nuovo Presidente e, magari, per poi governare insieme; il PDL potrebbe in tal caso essere isolato fino a che l'accordo con Grillo reggesse e comunque, per sette anni, avremmo un Presidente espresso dalla sinistra. Se invece il Presidente dovesse sciogliere il parlamento, si avvantaggerebbe la destra, in quanto nuove elezioni, secondo tutti i sondaggi, sarebbero a favore della coalizione di destra e di Berlusconi, inoltre, anche se il nuovo parlamento non avesse i numeri per esprimere un governo, potrebbe senz'altro eleggere un Presidente della Repubblica di proprio gradimento e per sette anni avremmo un Presidente espresso dalla destra. Quindi l'arma che teme il centrodestra sono le dimissioni di Napolitano, quella che teme il centrosinistra è invece lo scioglimento delle camere.

Ultimo aggiornamento Sabato 11 Maggio 2013 21:45
 

La grande scelta di Benedetto XVI

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11 Febbraio, per la Chiesa Cattolica non è una data come le altre. Nel lontano 1858 l’Immacolata Concezione appariva a Lourdes ad una ragazzina analfabeta di nome Bernadette; nel più recente, ma non troppo, 1929, venivano firmati i Patti Lateranensi che stabilivano il mutuo riconoscimento tra l’allora Regno d'Italia e la Santa Sede. D’ora in poi l’11 Febbraio verrà ricordato anche per l’annuncio shock di Papa Benedetto XVI: “lascio il mio ministero petrino, poiché le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per questo compito”, queste in sintesi le motivazioni per una decisione epocale che non si verificava da circa seicento anni.

Benedetto XVI, al secolo Joseph Aloisius Ratzinger, nato a Marktl, in Germania, il 16 aprile 1927 è stato eletto Vescovo di Roma il 19 aprile 2005, dopo essere stato Presidente della Commissione Teologica Internazionale, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Presidente della Pontificia Commissione Biblica.

Ultimo aggiornamento Venerdì 07 Giugno 2013 15:12
 

Giuseppe l'Uomo Giusto

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I Vangeli parlano pochissimo di S. Giuseppe. Ma, in quel poco che dicono, mi colpisce un inciso di S. Matteo, che suona così: Giuseppe, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto (Mt 1, 19). Mi viene in mente immediatamente il libro della Genesi quando Dio promette una discendenza numerosa ad Abramo, che, pur lamentandosi perché gli anni passavano senza che detta promessa si compisse, rinnovò sempre la sua fede nella promessa. L’autore del testo commenta così la sua fede: Egli credette al Signore, che glielo accreditò a giustizia (Gen 15, 6). A questa osservazione ha fatto riferimento S. Paolo sia nella lettera ai Romani (4, 3) che in quella ai Galati (3, 6): in entrambi i casi l’Apostolo sottolinea come sia stata la fede a giustificare Abramo dinanzi a Dio. E, secondo il senso delle parole dell’Apostolo, anche la fede di Giuseppe si lega a quella di Abramo: quelli che hanno la fede vengono benedetti insieme ad Abramo che credette (Gal 3, 9).
Nell’Antico Testamento una vita vissuta secondo i dettami della Scrittura è detta appunto giusta. Benedetto XVI, commentando il giudizio evangelico su Giuseppe, fa riferimento sia al Salmo 1, che offre l’immagine classica del giusto, sia a Ger 17, 7, che chiama benedetto colui che confida nel Signore e il Signore è la sua fiducia.
Ultimo aggiornamento Venerdì 07 Giugno 2013 15:20
 


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