Una frase che ho usato molto in questo periodo, forse troppe volte, ai limiti della noiosa ripetitività: “basta Cristiani part-time!!!”.
Chissà se Papa Francesco, quando l’ha lanciata in un tweet qualche settimana fa, sapeva che, a discapito della modernizzazione informatica della comunicazione della Santa Sede, è un monito che pesa (o dovrebbe pesare) su quanti spesso, troppo spesso, mettono a repentaglio tradizioni religiose con false teatralità e vistose ipocrisie. Quello che fa più rabbia però è proprio la mancanza di coerenza di migliaia di persone (come localmente forse anche universalmente nel mondo) che si ricordano della Chiesa quando c’è una festa patronale, quando c’è da applaudire una statua lignea che entra ed esce da un edificio e non si ricordano di genuflettersi di fronte al Santissimo e stare in silenzio (vedi spiaggia di Copacabana).
Il “non abbiamo bisogno di cristiani part-time” risuona nel vuoto cosmico di chi non sa nemmeno cosa sia la Chiesa (in quanto organismo) e ci entra una volta l’anno (in quanto edificio sacro, forse due o tre se contiamo Natale e Pasqua, forse).